martedì 17 giugno 2014

PROVE SCRITTE AL CHIARO DI LUNA


“Hai ragione tu. Far leggere ad un altro qualcosa scritto da te è una questione di coraggio verso se stessi e non tanto verso gli altri.”

Ieri sera, Penelope, ho partecipato ad una cena con persone che condividono, come me, la passione per la scrittura. Ecco un’ altra  delle mie esplorazioni al buio dalla quale ho fatto ritorno a casa ricaricata di gioia ed entusiasmo. Energia allo stato puro, magie di sorrisi e racconti colmi dell’entusiasmo di chi realizza se stesso attraverso le parole, creando storie. Le più diverse.

Scrivere può essere un mestiere oltre che un diletto dell’anima o una terapia per accantonare le esperienze del vissuto e procedere più fluidamente lungo il cammino. 

A quel tavolo erano sedute almeno dieci vite, dieci modi di percepire la realtà e  conferirle i connotati più diversi: scrivere è colorare gli avvenimenti più banali del quotidiano con le sfumature del proprio sentire  rendendoli  unici.

“Le trame sono roba da dilettanti” è stato detto ad un certo punto.

Nulla si decide a tavolino, ogni storia come ogni disegno prende forma, sapore e colore nell'atto stesso della creazione istantanea. Che sia questa l’essenza del creare? Dar vita e forma ad un istante, un’emozione, una sfumatura del momento senza predeterminazione alcuna.

Il tuo telaio Penelope è come un testo; si può nuotare all'infinito nel mare delle parole riannodabili, scioglibili  e sfumabili come le tinte dei tuoi fili.

L’ Ordito e la trama creano un tessuto, il tuo Penelope, quello che fai e disfi nella vana intenzione di fermare il tempo. L’impasto tra vita e parole  crea testi, storie, racconti, scorci di narrazione o presunta tale. Di parole si può vivere e morire e con le parole si può fare ordine o mescolare  fino a creare un magma disordinato e caotico; i  fili invece impongono ordine e rigore.

Siamo così diverse in questo.

Le parole sono la mia via, amica, così come i fili sono la tua mano. Non dobbiamo che scegliere le formule e le finalità con cui utilizzare tali strumenti.

A quel tavolo le modalità di descrizione di quello stesso incontro, avvenuto in quel preciso istante della vita di ognuno, avrebbero fatto la differenza tra i generi letterari e non.

La scrittrice entusiasta del suo primo romanzo, finalmente in fase di pubblicazione, ci avrebbe dipinti condendo l’atmosfera  di una sana e pungente ironia mentre lo scrittore storico avrebbe inquadrato l’incontro  all'interno di una cornice anni venti o chissà. Il blogger letterario si sarebbe dilettato con citazioni e paragoni aulici ma senza scivolare nell'ovvietà e lo sceneggiatore televisivo-cinematografico avrebbe imbastito un dialogo volto alla vivida, e vagamente cinica, caratterizzazione dei presenti. La regina della serata, colei che ci  ha riuniti, non so cosa avrebbe scritto ma la sua capacità di osservazione acuta e profonda, di cui ho avuto sensibile percezione durante tutta la sera, avrebbe connotato ognuno dei presenti con l’aggettivo più appropriato mentre la donna che, da anni tiene il suo manoscritto sotto chiave intimorita innanzitutto da se stessa, chissà: avrebbe dato un taglio vagamente  sex and the city alla sua narrazione anche se  qualcosa mi suggerisce  invece che “ci avrebbe semplicemente messo del suo”. Infine, la giovane scrittrice in erba dallo  sguardo sognante  ci avrebbe costruito una favola a lieto fine mentre la narratrice fantascientifica ci avrebbe inseriti tutti in una storia dai contorni lunari e dagli scenari improbabili ma al contempo realistici.

Che ricchezza di forme ed accezioni, Penelope, pensa fossimo stati in trenta? Sarebbe una bella idea quella di riunire in un manoscritto la descrizione della serata di ieri da parte dei suoi partecipanti: una prova scritta collettiva sotto la luna, un coro di punti di vista, una mescolanza di stili e ritmi. Che ricchezza!

Ho molto apprezzato l’immagine proposta dalla nostra musa regolatrice di testi e parole, secondo cui se un’idea ti ronza nella testa e non se ne va di lì nonostante il sopravvento di altre intuizioni o nuove ispirazioni, significa che quella è l’idea e, in quanto tale, necessita di essere scritta.

“Fino a che non sarà così non ti abbandonerà, sarà il tuo incubo, la tua ossessione”.

Allora scrivi! Abbi coraggio con te stessa e “clicca” su  INVIO.

Tessi la tua tela Penelope!

Scrivo per accatastare l’esperienza dell’anima ed aprire nuovi spazi dentro me, per solidificare la mia identità di donna e liberarla dei pesi che la sovraccaricano, per svincolarmi dal passato  e poter vivere pienamente nel mio presente oltre che  per sondare “altro da me”.

Le parole mi accompagnano nel viaggio alla scoperta di nuovi spazi abitati dal desiderio e dalla meraviglia, soppiantatori del puro bisogno o della mera necessità. La scrittura è apertura alla vita e alla magia ad essa connaturata.

E  tu, dolce ancella dell’attesa, da cosa ti liberi? Quale effige vedremo comparire sulla tua tela?


Sii sincera fino in fondo e assumiti ogni responsabilità di ciò che vedrai e mostrerai a me. A noi.







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