“Hai ragione tu. Far leggere ad un altro
qualcosa scritto da te è una questione di coraggio verso se stessi e non tanto verso gli altri.”
Ieri
sera, Penelope, ho partecipato ad una cena con persone che condividono, come me, la passione per la scrittura. Ecco un’ altra delle mie esplorazioni al buio dalla quale ho fatto ritorno a casa ricaricata di gioia ed entusiasmo. Energia allo stato puro, magie di
sorrisi e racconti colmi dell’entusiasmo di chi realizza se stesso attraverso le parole, creando storie. Le più diverse.
Scrivere
può essere un mestiere oltre che un diletto dell’anima o una terapia per
accantonare le esperienze del vissuto e procedere più fluidamente lungo il
cammino.
A quel tavolo erano sedute almeno dieci vite, dieci modi di percepire la realtà e conferirle i connotati più diversi: scrivere è colorare gli avvenimenti più banali del quotidiano con le sfumature del proprio sentire rendendoli unici.
A quel tavolo erano sedute almeno dieci vite, dieci modi di percepire la realtà e conferirle i connotati più diversi: scrivere è colorare gli avvenimenti più banali del quotidiano con le sfumature del proprio sentire rendendoli unici.
“Le trame sono roba
da dilettanti” è stato detto ad un certo punto.
Nulla si decide a
tavolino, ogni storia come ogni disegno prende forma, sapore e colore nell'atto
stesso della creazione istantanea. Che sia questa l’essenza del creare? Dar
vita e forma ad un istante, un’emozione, una sfumatura del momento senza
predeterminazione alcuna.
Il tuo telaio
Penelope è come un testo; si può nuotare all'infinito nel mare delle parole riannodabili,
scioglibili e sfumabili come le tinte dei
tuoi fili.
L’ Ordito e la trama
creano un tessuto, il tuo Penelope, quello che fai e disfi nella vana
intenzione di fermare il tempo. L’impasto tra vita e parole crea testi, storie, racconti, scorci di
narrazione o presunta tale. Di parole si può vivere e morire e con le parole si
può fare ordine o mescolare fino a
creare un magma disordinato e caotico; i
fili invece impongono ordine e rigore.
Siamo così diverse in questo.
Le parole sono la mia
via, amica, così come i fili sono la tua mano. Non dobbiamo che scegliere le formule e le finalità con cui utilizzare tali strumenti.
A quel tavolo le
modalità di descrizione di quello stesso incontro, avvenuto in quel preciso
istante della vita di ognuno, avrebbero fatto la differenza tra i generi
letterari e non.
La scrittrice
entusiasta del suo primo romanzo, finalmente in fase di pubblicazione, ci
avrebbe dipinti condendo l’atmosfera di una sana e pungente ironia mentre lo scrittore
storico avrebbe inquadrato l’incontro
all'interno di una cornice anni venti o chissà. Il blogger letterario si
sarebbe dilettato con citazioni e paragoni aulici ma senza scivolare nell'ovvietà e lo
sceneggiatore televisivo-cinematografico avrebbe imbastito un dialogo volto
alla vivida, e vagamente cinica, caratterizzazione
dei presenti. La regina della serata, colei che ci ha riuniti, non so cosa avrebbe scritto ma la
sua capacità di osservazione acuta e profonda, di cui ho avuto sensibile
percezione durante tutta la sera, avrebbe connotato ognuno dei presenti con l’aggettivo più
appropriato mentre la donna che, da anni tiene il suo manoscritto sotto chiave
intimorita innanzitutto da se stessa, chissà: avrebbe dato un taglio
vagamente sex and the city alla sua
narrazione anche se qualcosa mi suggerisce
invece che “ci avrebbe semplicemente messo del suo”. Infine, la giovane scrittrice in
erba dallo sguardo sognante ci avrebbe costruito una favola a lieto fine
mentre la narratrice fantascientifica ci avrebbe inseriti tutti in una storia dai contorni lunari e dagli scenari improbabili ma al contempo realistici.
Che ricchezza di
forme ed accezioni, Penelope, pensa fossimo stati in trenta? Sarebbe una bella
idea quella di riunire in un manoscritto la descrizione della serata di ieri da
parte dei suoi partecipanti: una prova scritta collettiva sotto la luna, un coro di punti di
vista, una mescolanza di stili e ritmi. Che ricchezza!
Ho molto apprezzato
l’immagine proposta dalla nostra musa regolatrice di testi e parole, secondo
cui se un’idea ti ronza nella testa e non se ne va di lì nonostante il
sopravvento di altre intuizioni o nuove ispirazioni, significa che quella è l’idea e, in quanto tale,
necessita di essere scritta.
“Fino a che non sarà
così non ti abbandonerà, sarà il tuo incubo, la tua ossessione”.
Allora scrivi! Abbi
coraggio con te stessa e “clicca” su
INVIO.
Tessi la tua tela
Penelope!
Scrivo per
accatastare l’esperienza dell’anima ed aprire nuovi spazi dentro me, per
solidificare la mia identità di donna e liberarla dei pesi che la
sovraccaricano, per svincolarmi dal passato
e poter vivere pienamente nel mio presente oltre che per sondare “altro da me”.
Le parole mi accompagnano
nel viaggio alla scoperta di nuovi spazi abitati dal desiderio e dalla
meraviglia, soppiantatori del puro bisogno o della mera necessità. La scrittura
è apertura alla vita e alla magia ad essa connaturata.
E tu, dolce ancella dell’attesa, da cosa ti
liberi? Quale effige vedremo comparire sulla tua tela?
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