lunedì 26 gennaio 2015

SENZA PROTEZIONE

Ci sono verità che non abbandonano. Esistono e basta Penelope anche se tentiamo di chiuderle in un cassetto e fingiamo di perdere la chiave! Quelle verità restano, sono parte  del nostro andare e del nostro divenire. Ci appartengono come questa pelle, gli occhi e le storie che abbiamo scritto fin qui.

Ma la vita corre, va avanti e abbiamo il dovere di restare sul nostro cammino e percorrerlo tutto, a prescindere da esse.

Mi ritrovo nuda davanti a me stessa, nuda più che mai e senza protezione davanti a un corpo e ad un volto: i miei. Come innanzi a uno specchio.

Cosa vedo? Cosa dico a quella donna riflessa che, dopo essersi fatta qualche risata per rompere il ghiaccio, non riesce a fare altro se non osservarsi  come se si “vedesse” per la prima volta?

In questi giorni di inizio anno c’è chi mi scruta, mi ascolta mentre parlo e mi osserva confessandomi “sai, ogni volta che incontro una persona, mi sforzo di immaginarmela da  bambina, in quell'età in cui le contaminazioni del vivere non l’hanno ancora trasformata nell'adulto di oggi”.

Ed eccomi lì davanti al mio specchio nel vano tentativo di ritrovare quella fanciulla dagli occhi grandi e impauriti ma dov'è? In cosa si è trasformata? Mi riconosco o no quando mi guardo allo specchio?

Osservo le linee del mio volto e penso a quando tutto è iniziato.

Penso a chi mi ha regalato la vita in un gesto d’amore e mi cullo nell'idea che ogni cosa, umana e non, ogni relazione, persino le opere d’arte o di tessitura, come la tua tela, ha inizio in un preciso ed irripetibile istante. Si inizia con una pennellata di colore,  uno sguardo, un tocco magico, come direbbe la mia amica di sempre, una parola , un silenzio o semplicemente un’idea. E la vita si crea, prende forma. Esattamente quella e non un’altra.

Tu Penelope, sei partita da un singolo filo di cui hai scelto il materiale e il colore: lana o seta? Il rosso del sangue o il blu del mare?

Io ho iniziato mille volte e da punti di partenza diversi: il preludio della mia verità, quella che non mi abbandona ,  coincide con uno sguardo. Un semplice sguardo. Gli altri inizi, invece, sono variopinti come la tela dei tuoi colori.

Il mio volto, quello che vedo riflesso davanti a me in quello specchio, si crea in seguito ad un gemito d’amore, almeno così mi piace pensare, che ha determinato molte sue linee d’espressione, il sorriso e lo sguardo che mi contraddistinguono. Chissà se, oltre alla genetica, anche la qualità dell’amore di due corpi che si uniscono determina le fattezze del nascituro. Stupide e romantiche fantasie le mie eppure qualcosa di molto intimo mi dice che un embrione, crescendo, è in grado di sviluppare recettori che lo pongono in contatto con l’esterno e la sua venuta al mondo verrà influenzata, nel bene e nel male, dal genere di legame  che l’ha generato e chiamato alla vita.

Il sopravvento di questi pensieri mi facilita nella visualizzazione della mia parte bambina, della tua  e quella di chiunque mi stia innanzi. E’ la parte che amo definire “senza protezione”.

Quel nucleo puro ed incontaminato che, se fossi un disegnatore di fumetti, illustrerei con un luccichio a forma stella all'interno degli occhi.

Casualmente, ma nemmeno troppo,  ieri sera a cena, mia figlia mi racconta la storia di un super eroe che si libera, strato dopo strato come se fosse una cipolla, di tutte le maschere accumulate durante la sua vita fino ad arrivare, con fatica, al suo vero volto “laggiù, laggiù” dice la mia piccola “gli altri e lui stesso videro finalmente il suo volto, quello vero”. Lo stesso che tutti  prima o poi ci mettiamo a scrutare, una sera per caso e con caparbia insistenza, davanti ad uno specchio. Un po’ per gioco un po’ per nostalgia ci ritroviamo lì davanti, alla ricerca del nocciolo, dell’origine, del centro che tiene in piedi il tutto: quel cuore pulsante che ci rende unici, forti, inimitabili e allo stesso tempo molto esposti. Perché quella parte di noi è l’unica che vive di purezza ed è priva di tutele o garanzie.

Buttiamo via i copioni Penelope!

Le battute sono tutte da scrivere, le parti non vengono assegnate a tavolino ma s’improvvisano al momento e gli attori vengono attirati sulla scena da energie cosmiche e correnti di corrispondenza, simmetria e fedeltà a ciò che abbiamo il coraggio di essere e mostrare.

Ho smesso di pensare che la vita debba essere perfetta :“Anche nel difetto e nell'imperfezione siamo tutti un incanto” , lo dice più o meno così  un cantante del mio tempo Penelope, e queste parole oggi sono finalmente le mie. Arrivano lì al centro, in quel luogo in cui la bambina ha  smesso di credere che le cose vadano come se le era immaginate o che debbano seguire un percorso a tappe prestabilite. Seguire gli iter canonici, quelli che ci hanno insegnato quando eravamo piccoli, non preserva dagli errori o dai fallimenti: bisogna saperlo Penelope! Oggi lo so.

La tua bellezza inizia il giorno in cui Ulisse parte: lo stratagemma finisce per stancare anche te.

Voglio essere lì quando ti accingerai a confezionare una nuova tela che non dovrà essere disfatta per ingannare il tempo e i tuoi indegni pretendenti. Nessun espediente, nessuna finzione, regina del mare. 

La purezza dell’imperfezione e la bellezza del tuo sguardo rinato daranno inizio a nuove trame e a nuovi orditi.


Mostrami il tuo nuovo coraggioso inizio!




martedì 13 gennaio 2015

DALLA PARTE DEI "NON SILENZIOSI"

Penelope,

qui, nel mio tempo, sono giorni strani. Accade un po’ di tutto.

Vita e morte danzano tra annunci di follie ed immagini raccapriccianti eppure così dannatamente moderne.

Muoiono uomini, donne, artisti, poliziotti, fumettisti, giornalisti: persone di valore perdono la vita per  l’insensatezza altrui.

Le notizie di cronaca di queste ore creano sgomento e tristezza  contribuendo alla costruzione di un clima d’esitazione e paura per il futuro che leggi negli occhi e nelle parole di chiunque. In questo inizio anno, Penelope, si scrivono importanti pagine della nostra storia volte a sostenere la libertà di espressione e a combattere l’eccidio della democrazia delle idee. Viviamo in un mondo in cui dire o scrivere ciò che si pensa è divenuto rischioso e, in alcuni casi talmente azzardato, da mettere a repentaglio la vita stessa di chi si esprime.

Non so se comprendi. Il mio tempo è così distante dal tuo eppure così vicino. Si tratta di guerre Penelope,  forse così mi puoi capire! Al tuo tempo c’è stata quella  di Troia  che, durante l’ultimo suo anno di esistenza, si è portata in viaggio il tuo Ulisse.

Combattere qualsiasi tipo di conflitto è faticoso, oneroso, rischioso fino al limite. Il limite dell’esistere. E la fatica, soprattutto ai giorni miei, consiste nel farsi un’opinione e nel difenderla, ad ogni costo.

L’eco delle mille parole ascoltate in questo inizio anno ripete incessantemente lo stesso refrain: “meglio la morte della non libertà”. In ogni caso, il prezzo è altissimo!

Quanti i soldati persi in quella guerra iniziata con il ratto di Elena per mano di Paride, quanti i civili caduti ai miei giorni per aver difeso un’idea coraggiosa, quanti i soldati trucidati nei conflitti esplosi in giro per il mondo per aver preservato le proprie terre o quel semplice e civile diritto che è la libertà di pensiero.

Alla base di una motivazione conflittuale, la sete di potere, il desiderio di ricchezza o prevaricazione sull'altro  risiedono costantemente e poco importa se  la gente  combatte per un ideale, per informare o salvaguardare le mura di una città; combattere implica, sempre e comunque, uno schieramento, una presa di posizione chiara,  la manifestazione di un’idea che può trasformarsi in sfida, incognita e pericolo. Un concetto, quest’ultimo, a cui tu sei certamente più avvezza di me, Penelope.

Eppure sia tu, regina dei mari di allora, che io, fiera donna del mio presente, tocchiamo  l’idea della morte come un qualcosa di tangibile, possibile, ad un passo da noi.

La fine è lì, imperante sui miei schermi televisivi o sui tablets di ultima generazione. La fine è lì, Penelope, sui campi di combattimento in cui persero la vita schieramenti interi di Achei e Troiani. Gli uomini del tuo tempo, non solo il tuo Ulisse, erano soldati, eroi dalla freccia facile, dalle armi sempre alla mano. I miei uccidono con un click!

M’intimorisce questa intimità nascente con il pericolo, la minaccia, la violenza, l’efferatezza dei gesti ma ciò che più temo è l’indifferenza che regna sovrana fino a che  un gesto eclatante e folle non sia in grado di risvegliare l’attenzione globale. Ma a quel punto è ormai tardi e  troppe vite sono già state spese.

Domenica scorsa,  l’Europa intera scendeva in piazza per difendere la libertà d’espressione, Penelope!

Tutti i capi di Stato, come se fossero i capi degli Achei e dei Troiani, si sono riuniti in un cordone solidale e compatto, contro la follia di chi uccide a sangue freddo in nome di un Dio dal nome inconsueto per molti di noi. Prova ad immaginare, provaci solo per un istante.

Esporsi,  Penelope mia, scendere in campo, smettere di avere paura. A questo veniamo chiamati, tutti noi, ogni giorno.

Il coraggio di pensare, di prendere posizione e poi agire di conseguenza.

Non posso non pensare al tuo Ulisse, astuto artefice dello stratagemma del cavallo, grazie al quale conquistò la città tanto bramata. Atto coraggioso, eroico o semplicemente intuizione fortunata di un uomo che ha scelto ed ha agito. Avrà avuto paura, anche lui.

Non posso non pensare a chi, ogni giorno, rischia la vita per documentare le realtà più agghiaccianti e penose di questo nostro vivere. Ho visto scatti di guerra, compravendita di bambini,  traffico di organi,  abusi sulle donne, povertà e schiavitù inimmaginabili solo grazie al coraggio di qualcuno che si è schierato dalla parte dei “non silenziosi”, dei “non indifferenti”. Questo è il mio mondo Penelope! Un mondo che pare lontano, come il tuo, ma che invece è talmente prossimo da farmi sentire in perenne debito.

Gli eventi drammatici di questi giorni di "storia" m’inducono a riflettere sul mio quotidiano e la parola che torna incessantemente alla mente è sempre la stessa: RESPONSABILITA’ che poi altro non è che scegliere liberamente e agire di conseguenza. Nonostante i rischi.

Chi sceglie, esamina criticamente una questione, un contesto e poi esercita il proprio diritto alla libertà di pensiero prendendo posizione: non rimane indifferente, non fugge alla realtà e non volta lo sguardo da un’altra parte fingendo di non vedere e di non conoscere. 

Chi sceglie responsabilmente guarda ciò che ha intorno con circospezione e serietà: è come inciampare in un sasso prezioso in mezzo a mille sassolini da nulla. Si può decidere di gettarlo via con un calcio assieme agli altri oppure di raccoglierlo,  esaminarlo, toccarlo e decidere di conservarlo perché ha colpito la nostra attenzione. Potrebbe avere un valore oggettivo o anche solo emotivo ed affettivo perché ci siamo accorti  della sua presenza tra mille altri sassolini insignificanti, non ha importanza. Vivere responsabilmente è collezionare momenti e persone che diventano preziose grazie al nostro sguardo di verità e, quindi, d’amore.

Credo fermamente si possa reagire ai mali del mondo e al folle egoismo dell’uomo con una sola risposta: IO SCELGO, mi schiero e mi espongo perché guardo la realtà e poi decido consapevolmente sul da farsi assumendomene l’intera responsabilità. Sono intollerante Penelope, lo ammetto,  verso i pigri e gli indolenti e, ancor di più, verso chi passa accanto alla meraviglia del vivere senza sporcarsi le mani, almeno un po’. Non tollero gli imperturbabili, i muri di gomma, gli apatici, i senza opinione.

Il mio mondo, più del tuo, ci costringe  ad esporci, ad avere un’opinione, a non procrastinare le decisioni, a scegliere sempre da che parte stare.

Io non ho il coraggio di radunare un esercito nel ventre di un cavallo di legno Penelope, ma ho la velleità di guardare ogni cosa in faccia, senza sconti, senza fiocchi rosa per mascherare e profumi di fiori per depistare. Ho un semplice coraggio, sopraggiunto in me da molto lontano e che non mi abbandona; si chiama senso di realtà e amore indiscriminato per ciò che è.

Colleziono sassi preziosi, fiori dal profumo intenso e attimi di purezza immensa ora che ho smesso di abbellirli con luccichii inesistenti e  ora che, per ognuno di loro, scelgo il posto più adatto.

E’ un incedere faticoso  che fortifica l’attitudine al coraggio e alla grazia. Una volta scoperto questo mondo, tornare a quello di un tempo diventa un’impresa impossibile.


Cerca i sassi belli con me, Penelope!