I cerchi si devono chiudere così
come le storie altrimenti si rischia di rimanere sospesi a metà e di non
trovare il bandolo della matassa; il senso. In altre parole, le verità vanno
celebrate, le rotte vanno impostate
senza tentennamenti e le sfide vanno colte senza celarsi dietro a presunti
limiti o debolezze.
Questa è la sola via verso
l’eccellenza. Eccellenti si nasce o si diventa?
Questa la mia conversazione
telefonica di ieri con uno dei meravigliosi angeli incontrati lungo il mio
cammino. Eccellenti si diventa con il tempo, il lavoro su se stessi e la
capacità di non sottovalutare o tralasciare nulla di sé, nemmeno le debolezze e
le goffaggini. Proprio quelle, nella maggior arte dei casi, si trasformano nei
fiori del successo e della realizzazione personale.
Vuoi fare un gioco con me
Penelope? Il gioco della verità assoluta.
Ti ricordi quando eravamo bambine, o
meglio, quando io lo ero?
Ci si trastullava pomeriggi interi con questo
sadico giochetto di gruppo, soprattutto durante le feste di compleanno. Era
sufficiente un cerchio di persone, una bottiglia di plastica nel mezzo e subito
l’adrenalina si elevava ai massimi livelli.
“Obbligo o verità?” Obbligo era l’imposizione
a cui sceglievi di soccombere, soprattutto se ti piaceva un ragazzo, al posto
della fatidica verità.
Oggi è severamente vietato barare, amica, e le
autoassoluzioni non sono contemplate. Sei pronta?
Sto spalancando porte fin’ora
inesplorate e se voglio oltrepassare la soglia, soggiornando armonicamente dall'altra parte, non posso concedermi
maschere e finzioni. Quelle andavano bene un tempo quando, impegnata in
continui atti di “prostituzione”, era impossibile maturare un sano amore per me
stessa.
Ora il faccia a faccia serrato
con me impedisce ogni genere di simulazione.
Allora iniziamo ad interrogare la
testa.
La tua paura più grande?
“Ne ho due: la solitudine e il
giudizio altrui”. Eppure ho compreso dolorosamente che la solitudine è una
tappa obbligata.
Sei fiera di te?
"No. So che sto sfruttando ancora poco le mie reali potenzialità".
Passiamo al corpo. Verità
assoluta sul corpo.
“Vorrei fermare il tempo ed
essere sempre piacente. Le lusinghe mi piacciono e, anche se sento di averne
sempre meno bisogno, non ho nessuna voglia d'invecchiare.
Il cuore. Ahi che male!
“Infondo ho sempre pensato di non
meritare amore ma la ritrovata stima di me sta aprendo spiragli sui mondi della
dignità e del diritto alla felicità. Solo ora sono capace di amore vero."
Ti senti una buona madre?
Sono una madre ”sufficientemente
buona” nel senso inteso dal grande Winnicott e “pacificata”, inteso nel mio personalissimo senso. Ci vogliono amore, intelligenza e
presenza per educare ma lo spauracchio
dell’inadeguatezza è fortunatamente sempre in agguato. Le madri
peggiori sono quelle che si giudicano perfette.
Obbligo o verità? Verità sempre.
Verità è dolore, abisso,
caduta ma anche possibilità di apertura
al nuovo, all'eccelso.
Verità è scegliere seguendo nient’altro che quella
sottile linea rossa che congiunge, allineandoli, i tre punti focali: testa,
cuore, pancia.
Nelle scelte degli eccellenti non c’è spazio per le
contaminazioni altrui, i giudizi, i falsi moralismi o, peggio ancora, le
aspettative di chi accampa diritti su di noi.
Mi piace essere schietta
Penelope: sulle vie verso l’eccellenza vengono bandite le “balle” una volta per
tutte!
Ho vissuto una settimana intensa,
colma di avvenimenti importanti che, come consuetudine, fatico a giudicare
slegati tra loro. Sopra ad ogni cosa, sono stata intima testimone di una scelta
difficile ed ho compreso che quando ci si trova di fronte ad un bivio
fondamentale è necessario fare silenzio fuori e dentro, isolarsi ed escludere
il superfluo. Le domande da porsi sono poche e chiare così come il bisogno
dell’approvazione altrui è il primo elemento da eliminare. Dopo questa prima
fase di pulizia ci sei solo tu e il mare della tua anima.
Faccia a faccia con la vita nuda
e cruda. Obbligo o verità?
Verità sempre. Lo ribadisco con veemenza.
La non verità è fuffa, è muffa, è inutilità pura oltre che
un delitto temporale senza pari. Di tempo ne abbiamo ma non quanto ne vorremmo
per interpretare le svariate parti della nostra vita.
E allora andiamo al centro,
badiamo al sodo, guardiamo dritto negli occhi ogni aspetto di questo tutto che
ci circonda senza lasciar spazio alla paura che blocca o alle false verità che
inquinano. Si rischia di rovinare molto, di perdere persone preziose e di
mentire a se stessi, l’unico peccato che riconosco come tale.
Penelope raccontiamocela tutta questa volta. Obbligo o verità?
Non deludermi.