E’ fine agosto. Sono su un treno di ritorno dalla Liguria
dove ho trascorso qualche giorno di vacanza con un’amica.
Salgo sul treno con il mio solito bagaglio esagerato e mi
siedo accanto a due donne. Loro si conoscono e parlano distrattamente insieme. Una
delle due è assonnata, l’altra ha lo sguardo vispo e sorride. Mi siedo lì.
Mi accomodo e inizio a sfogliare la mia rivista di moda
comprata per dare spazio alle ultime frivolezze vacanziere.
Ad un certo punto la guardo: quella donna attira la mia curiosità
per i suoi modi gentili.
Guarda il mare, come me. Lo saluta con gli occhi, gli
stessi con cui un istante dopo mi sorride.
Iniziare a parlare con lei è stato naturale e lieve. Ci siamo
raccontate le nostre esistenze in quattro ore di viaggio dando ragione al luogo
comune che descrive gli sconosciuti come esseri "facilitati" nel raccontarsi gli uni
agli altri.
Io e lei siamo state questo. Ci siamo riconosciute.
Quella donna ama la Francia e la lingua francese. Io ho
una laurea in francese e ho trascorso molte estati sulla bellissima Costa Azzurra, dove lei ha una casa meravigliosa a picco sulla scogliera . Quella
donna ama l’arte e dell’arte ha fatto la sua vita. Viaggi e studio hanno
caratterizzato il suo percorso professionale e privato. Io mi avvicino all'arte, in particolare moderna, in questi ultimi anni; ne sono attratta. Frequento le mostre e mi documento per
capire, per entrare in un mondo fino ad ora estraneo. Come estraneo, o poco
meno, mi è il mondo: ho viaggiato troppo
poco nelle mia vita e lei, con i racconti dei suoi viaggi, mi ha fatto volare.
Parallelismi. Non è un caso. Lo ripeto incessantemente dentro
di me.
Ha la stessa età di mia madre e ha una figlia mia coetanea
che sta per mettere al mondo un figlio. Un bambino a quarant'anni anni, un mio pensiero
ricorrente senza averne il desiderio consapevole.
Lei è la donna che vorrei essere tra trent'anni. O almeno le somiglia.
Voglio invecchiare allenando la mente con la curiosità per tutto ciò che ancora
non conosco e quella sete di vita che leggi negli occhi di certe persone affascinanti.
Avere fame di esperienze ti permette di brillare di luce propria. Non necessiti
di altro.
Voglio brillare di luce mia.
Il nostro dialogo s’infittisce tanto che l’altra, sua cognata
, finalmente si addormenta.
Proseguiamo la nostra maratona di parole.
Scopro che anche lei ha vissuto una frattura nel suo passato.
Appartiene alla schiera delle donne che hanno un prima e un dopo. Un divorzio
difficile con un uomo potente, uno di quelli che ti manipolano la mente. Io una
separazione sofferta dall'uomo a cui avevo erroneamente delegato ogni cosa.
Questo angelo di donna ha toccato le mie giuste corde, quelle
che dovevano essere suonate in
quel preciso istante: le corde della ritrovata fiducia, della forza e del coraggio.
E’ possibile superare qualsiasi dolore e andare avanti. E’
possibile ritrovarsi donne nuove a quaranta, cinquanta o più anni, colme di progetti e stare semplicemente bene.
Anche lei è stata sorretta e aiutata nel suo periodo buio.
“Dai forma, colore , dimensione e posto al tuo dolore”, le è
stato suggerito come stratagemma verso la guarigione.
L’ha fatto. Non scriverò qui la sua risposta ma la mia.
La mia risposta ieri:
“un mare immenso, profondo e blu”
La stessa domanda le è stata rivolta tempo dopo e posso dire
che la sua visualizzazione non solo era diminuita di grandezza ma era
addirittura scomparsa dalla stanza. Il dolore era finalmente uscito da lei.
La mia risposta oggi:
“un ruscello cristallino di montagna che scorre ancora senza sosta”
L’acqua, prima o poi, arriverà a prosciugarsi.