giovedì 9 gennaio 2014

INSIEME BRILLIAM!

E’ ovvio!

Quando sei tanto bravo a leggere nella vita dell’altro, la guardi e ne  vedi chiaramente le sfumature o  gli aspetti che andrebbero modificati e, infine, ti prodighi, con impeto e  calore insoliti, per convincerlo ad agire, a fare, a disfare, a trasformare qualcosa, una qualsiasi cosa, allora si tratta di te.

Stai parlando a te stesso attraverso l’altro. Fai uso della sua vita e della sua esperienza per specchiarti e per dire a te stesso, l’interlocutore più scomodo che esista, importanti verità. Le verità.

A chi non è accaduto?

Io lo faccio con te Penelope. Incessantemente. E’ come togliere la pelle ad un altro piuttosto che farlo a te stesso. Fa meno male, è più sopportabile. A prima vista sembra un azione malvagia ma non lo è se la persona a cui concedi il potere di farlo ti è amica.

Oggi è accaduto a me. La pelle me l’hanno tolta, non l’ho tolta io questa volta.

“Tu non sei al centro dell’universo. Liberati delle tue convinzioni integraliste e assolute perché tanto il mondo non gira come vorresti tu. Il mondo è lì: guardalo, osservalo e adattati di conseguenza per non poterti pentire un giorno di non aver tentato. Decidi se vuoi costruire o restare ferma.”

Questo un sunto delle tante cose dette oggi anche se la vera importanza sta nel rendersi conto che un filo invisibile ma tagliente ci lega gli uni agli altri. Tutti. Siamo sulla stessa barca e dipendiamo gli uni dagli altri. Viviamo esperienze, traumatiche, esaltanti o semplicemente normali ma questo non basta. Non siamo i soli a viverle e non siamo soli.

Gli altri ci fanno da contraltare: anche se ci chiudiamo nel silenzio e decidiamo di bastare a noi stessi non possiamo esimerci dall'ascoltare, dal leggere, dall'imitare l’altro. Lo osserviamo, lo spiamo, ne cogliamo l’essenza.

Il falso cinismo di chi sostiene di non aver bisogno di nessuno m’intenerisce.

Proprio chi lo afferma  è il più bisognoso di confronto, di sostegno, di condivisione perché ci siamo tutti in questo tutto e ognuno ha il potere, o se lo prende, di interagire con la vita dell’altro, modificandola. Siamo tutti, in egual misura, bisognosi di parole, consolazioni, paragoni, idee, opinioni che ci aprano gli orizzonti e ci conducano altrove da quel centro che ci illudiamo di aver trovato.

L’altro, sia esso amico, nemico, amante, confidente, genitore è lo stimolo necessario per ricordarci che le nostre esistenze vengono scritte, istante dopo istante, su lavagne che non sono più integre e bianche  perché sporche di ciò che dagli altri, con gli altri e malgrado loro abbiamo imparato.

E allora benvenuto a chi ci toglie la pelle di dosso, facendoci un po’ di male magari, ma regalandoci la percezione di essere qualcuno per la tua vita e per la sua. Benvenuto a chi ci consiglia un libro, a chi ci chiede di vedere un film che ci dirà qualcosa, a chi ci chiama per parlare, a chi ci abbraccia con calore, a chi s’insinua nelle nostre esistenze con calda perseveranza e a chi ha voglia di leggere dietro uno sguardo andando al centro dell’anima.

Oggi il mio prezioso “tormentatore” mi ha fatto leggere il discorso che G. Saunders, scrittore e saggista statunitense, ha tenuto ad un gruppo di studenti laureandi nel 2013. Lo ringrazio per questo. Perché mi ha dato del materiale prezioso su cui riflettere. Questa la farse più bella:

"Fate tutte le altre cose, quelle ambiziose – viaggiare, diventare ricchi, acquistare fama, essere innovativi, essere leader, innamorarsi, fare fortuna e perderla, nuotare nudi nei fiumi in mezzo alla giungla (dopo aver controllato che non ci siano in giro scimmie che cagano) – ma qualsiasi cosa farete, nella misura del possibile eccedete in gentilezza. Fate ciò che vi può indirizzare verso le risposte a quelle grandi domande, cercando di tenervi alla larga dalle cose che possono sminuirvi e rendervi banali. Quella luminosa parte di voi che esiste al di là della vostra personalità – la vostra anima, se credete – è tanto luminosa e brillante quanto nessun’altra. Luminosa come quella di Shakespeare, luminosa come quella di Gandhi, luminosa come quella di Madre Teresa. Sbarazzatevi di tutto ciò che vi può tenere lontani da quella luminosità nascosta. Credete nella sua esistenza, cercate di conoscerla meglio, coltivatela, condividetene incessantemente i frutti"

Voglio brillare in questo mio percorso.

In qualche modo oggi l’ho fatto permettendo all'altro di spogliarmi delle mie resistenze e ascoltando con apertura ciò che aveva da dirmi. Senza difendermi per dimostrare, a tutti i costi, che sono una donna con gli attributi.

Lo faccio ogni volta che supero il limite delle mie convinzioni o preconcetti e mi lascio sedurre dal nuovo, dall'incerto o dall'improbabile, con l’emozione di una bambina.

Brillo quando sono libera dal “si deve e non si deve”  e quando sorrido proprio là dove, per convenzione, si dovrebbe mantenere tutt'altro comportamento.

Brillo quando resto in piedi nonostante la verità. E brilla chi la verità la dice a se stesso, magari per la prima volta, passando attraverso te.

Sei bellissima, Penelope!








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