E’ ovvio!
Quando sei tanto bravo a leggere nella vita dell’altro, la guardi e ne vedi chiaramente
le sfumature o gli aspetti che
andrebbero modificati e, infine, ti prodighi, con impeto e calore insoliti, per convincerlo ad agire, a
fare, a disfare, a trasformare qualcosa, una qualsiasi cosa, allora si tratta
di te.
Stai parlando a te stesso attraverso l’altro. Fai uso della
sua vita e della sua esperienza per specchiarti e per dire a te stesso, l’interlocutore
più scomodo che esista, importanti verità. Le verità.
A chi non è
accaduto?
Io lo faccio con te Penelope. Incessantemente. E’ come
togliere la pelle ad un altro piuttosto che farlo a te stesso. Fa meno male, è
più sopportabile. A prima vista sembra un azione malvagia ma non lo è se la persona
a cui concedi il potere di farlo ti è amica.
Oggi è accaduto a me. La pelle me l’hanno tolta, non l’ho
tolta io questa volta.
“Tu non sei al centro dell’universo. Liberati delle tue
convinzioni integraliste e assolute perché tanto il mondo non gira come
vorresti tu. Il mondo è lì: guardalo, osservalo e adattati di conseguenza per
non poterti pentire un giorno di non aver tentato. Decidi se vuoi costruire o
restare ferma.”
Questo un sunto delle tante cose dette oggi anche se la vera
importanza sta nel rendersi conto che un filo invisibile ma tagliente ci lega
gli uni agli altri. Tutti. Siamo sulla stessa barca e dipendiamo gli uni dagli
altri. Viviamo esperienze, traumatiche, esaltanti o semplicemente normali ma
questo non basta. Non siamo i soli a viverle e non siamo soli.
Gli altri ci fanno da contraltare: anche se ci chiudiamo nel
silenzio e decidiamo di bastare a noi stessi non possiamo esimerci dall'ascoltare,
dal leggere, dall'imitare l’altro. Lo osserviamo, lo spiamo, ne cogliamo l’essenza.
Il falso cinismo di chi sostiene di non aver bisogno di nessuno m’intenerisce.
Proprio chi lo afferma è il più bisognoso di confronto, di sostegno,
di condivisione perché ci siamo tutti in questo tutto e ognuno ha il potere, o se
lo prende, di interagire con la vita dell’altro, modificandola. Siamo tutti, in
egual misura, bisognosi di parole, consolazioni, paragoni, idee, opinioni che
ci aprano gli orizzonti e ci conducano altrove da quel centro che ci illudiamo
di aver trovato.
L’altro, sia esso amico, nemico, amante, confidente, genitore
è lo stimolo necessario per ricordarci che le nostre esistenze vengono scritte,
istante dopo istante, su lavagne che non sono più integre e bianche perché sporche di ciò che dagli altri, con
gli altri e malgrado loro abbiamo imparato.
E allora benvenuto a chi ci toglie la pelle di dosso,
facendoci un po’ di male magari, ma regalandoci la percezione di essere qualcuno
per la tua vita e per la sua. Benvenuto a chi ci consiglia un libro, a chi ci
chiede di vedere un film che ci dirà qualcosa, a chi ci chiama per parlare, a
chi ci abbraccia con calore, a chi s’insinua nelle nostre esistenze con calda
perseveranza e a chi ha voglia di leggere dietro uno sguardo andando al centro dell’anima.
Oggi il mio prezioso “tormentatore” mi ha fatto leggere il
discorso che G. Saunders, scrittore e saggista statunitense, ha tenuto ad un
gruppo di studenti laureandi nel 2013. Lo ringrazio per questo. Perché mi ha
dato del materiale prezioso su cui riflettere. Questa la farse più bella:
"Fate tutte le altre cose, quelle ambiziose –
viaggiare, diventare ricchi, acquistare fama, essere innovativi, essere leader,
innamorarsi, fare fortuna e perderla, nuotare nudi nei fiumi in mezzo alla
giungla (dopo aver controllato che non ci siano in giro scimmie che cagano) –
ma qualsiasi cosa farete, nella misura del possibile eccedete in gentilezza.
Fate ciò che vi può indirizzare verso le risposte a quelle grandi domande,
cercando di tenervi alla larga dalle cose che possono sminuirvi e rendervi
banali. Quella luminosa parte di voi che esiste al di là della vostra
personalità – la vostra anima, se credete – è tanto luminosa e brillante quanto
nessun’altra. Luminosa come quella di Shakespeare, luminosa come quella di
Gandhi, luminosa come quella di Madre Teresa. Sbarazzatevi di tutto ciò che vi
può tenere lontani da quella luminosità nascosta. Credete nella sua esistenza,
cercate di conoscerla meglio, coltivatela, condividetene incessantemente i
frutti"
Voglio brillare in questo mio percorso.
In qualche modo oggi l’ho fatto permettendo all'altro di
spogliarmi delle mie resistenze e ascoltando con apertura ciò che aveva da
dirmi. Senza difendermi per dimostrare, a tutti i costi, che sono una donna con
gli attributi.
Lo faccio ogni volta che supero il limite delle mie
convinzioni o preconcetti e mi lascio sedurre dal nuovo, dall'incerto o dall'improbabile,
con l’emozione di una bambina.
Brillo quando sono libera dal “si deve e non si deve” e quando sorrido proprio là dove, per
convenzione, si dovrebbe mantenere tutt'altro comportamento.
Brillo quando resto in piedi nonostante la verità. E brilla
chi la verità la dice a se stesso, magari per la prima volta, passando attraverso
te.
Sei bellissima, Penelope!
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