Ammiro le persone che agiscono
d’istinto. In realtà, ammiro le persone che agiscono.
L’azione è una questione di
coraggio, lo stesso che ci è necessario per vivere ogni giorno con passione e
originalità e che, banalmente, mi affascina.
Ci vuole coraggio per agire e
basta. Senza pensarci troppo.
Come Delia, la protagonista del
romanzo iniziato da poco, che spappola un gelato sulla faccia del suo ex marito
per vomitargli addosso tutte le incomprensioni rimaste in sospeso o chi decide
di fare un figlio nonostante non sia il momento giusto, o ancora, come chi
cambia rotta per dire sì ad un amore o al proprio sogno.
Ha avuto coraggio di agire chi ha
scritto pericolose verità pagando il caro prezzo della libertà ed è stato temerario
chi ha lasciato un posto di lavoro sicuro per realizzare un’idea. I giornali,
soprattutto le riviste femminili, pullulano di esempi di questo tipo ed io ne
sono sempre più attratta. Non medito la fuga, ma l’azione pura, quella sì.
Ad un certo punto, l’azione ti
viene suggerita da mille dettagli. I cosiddetti segni o segnali. Gli stessi che cerco assennatamente e in cui credo.
Ti interessi ad un argomento e,
ad un certo punto, pare che ogni cosa ti parli di quello: gli incontri ti
portano lì, le letture, i cartelloni pubblicitari, una canzone alla radio, un
post su face book, una parola detta tra mille, un’immagine vista per strada,
una scritta su un muro. Tutto, davvero tutto, ti porta in quella direzione.
E’
come un vento che ti sospinge. Acqua che s’incanala. Eco che rimbomba.
Quello è il momento di agire.
Ti trovi accanto al guado e devi solo allungare la
gamba per raggiungere l’altra riva. Un gesto immediato. Netto. Veloce. Tac e
sei di là.
Al di qua del guado ci sei
rimasto una vita: al di là sta il nuovo. Il rischio del possibile.
Arriva un giorno in cui lo fai e
basta!
Stasera leggevo che Chiara Gamberale, una giovane e brava scrittrice, per dare una sferzata nuova alla sua vita ha
deciso che per un intero mese avrebbe sperimentato, per almeno 10 minuti al
giorno, qualcosa di nuovo e mai fatto prima. Non ho letto il libro ma mi ha
incuriosita l’idea e mi sono chiesta, cosa farei io? Come mi sentirei al
termine di un mese così?
E tu Penelope? Cosa avresti fatto
di nuovo? Magari avresti danzato nuda o saresti andata a caccia o, chissà,
avresti preso una barca, degli uomini e te lo saresti andato a cercare da sola
il tuo Ulisse!
Azione contro attesa. Uno a zero.
Palla al centro. E via di nuovo. Mi creo la vita nuova!
Trentuno cose nuove che vorrei
fare, una per giorno. Quante!
Mi alzerei una mattina all’alba
per avere tempo per me prima che inizi la giornata, leggerei argomenti di
fisica quantistica, andrei al lavoro in bici, mi tingerei i capelli di blu,
pianterei fiori sul mio balcone, mi vestirei da ballerina, canterei ad un
karaoke, invierei un mio manoscritto ad una casa editrice, porterei i miei
figli a Parigi, racconterei una mega balla chi so io, urlerei certe verità a
squarcia gola, mi iscriverei ad un corso di danza, uno di canto, uno di scrittura creativa e mai ad uno di cucina! E chissà quanto altro.
Oddio, mi sento già meglio!
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