lunedì 9 dicembre 2013

LA MIA PAROLA

Credo nella forza e nell potere evocatore delle parole.

Amo sceglierle con cura e soppesarle prima di dar loro fiato. Esse possiedono  la forza di cambiare il corso delle cose e delle relazioni tra le persone. Una parola detta al momento giusto può farti innamorare o farti scappare mentre una che non arriva mai può finalmente condurti verso luoghi che credevi inaccessibili o farti dire no!

Mi affido a quelle che sento affiorare spontaneamente in me e ad altre che pronuncio per libera associazione di pensieri o semplice assonanza. Le parole nascono da dentro e, come i sogni, esprimono la parte più inconscia dell’essere. Anche il tono che usiamo per pronunciarle non è mai casuale. Ecco perché le ascolto attentamente e le analizzo con perizia.

Tracciano la via ai pensieri e permettono loro di prendere forma palesandosi prima all'anima personale e poi a quella collettiva. Nulla dona pace alla mente ricolma di concetti e riflessioni accavallate l’una sull'altra come l’espressione orale o scritta delle parole. La loro esplicitazione mette ordine.

Ne esiste una, tra le tante, che mi riempie e mi infonde un piacere quasi orgasmico.

La  parola MERAVIGLIA.

Mi riconduce ad uno stato primordiale di riscoperta delle cose del mondo come se le vedessi, sentissi e odorassi per la prima volta.

E’ un termine che ha il sapore delle fiabe e trattiene in se un po’ del luccichio delle stelle.

Meraviglioso è un tramonto, un sorriso, un incontro ma anche l’istante in cui ti nasce un figlio e i suoi occhi incontrano i tuoi per la prima volta o quello stato di  quiete e soddisfazione che ti pervade dopo uno sforzo fisico totalizzante. Sento che la meraviglia s’impadronisce di me quando intuisco la non casualità degli eventi o incontro le persone giuste al momento propizio e, ancor più meraviglioso, è quello stato psicofisico di pienezza del vivere al di là di ogni maschera.

Meraviglia è una modalità diversa alla quale si giunge perdendo la smania del controllo a tutti i costi. Solo lasciandomi andare sono capace di meraviglia.

Qual è la tua parola Penelope?

Quella più scontata sarebbe “attesa”, quella più dolce sarebbe “presenza”, quella più dura sarebbe “abbandono”.


La tua. Voglio la tua.




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