“Nel sogno, lei era incinta: gonfia di cose
da dare che appartengono a lei, solo a lei e non all'uomo che le pone la mano
sul ventre e sorride quasi a sancire il
suo diritto paterno. Lei conosce la verità: quell'uomo la scalda con il suo sorriso e con la sua mano ma
non è il padre del figlio che preme violentemente per
venire al mondo. Quel figlio deve nascere.È giunta l'ora. Il suo arrivo permetterà a lei di rinascere e scoppiare di vita. Devo passare il
guado del sentirmi spersa, sola, senza appigli, senza completezza data dagli
altri, dai figli, da un uomo. Io posso bastare. Mi posso bastare. Devo sapere che è possibile
non precipitare nel vuoto che tutto ingloba e tutto divora. Resto in questa immagine. Resto con un
gamba alzata. L’altra riva del fiume è lì, pronta ad accogliere il mio arrivo”.
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