Parto
dal presupposto che decidere di aprire un blog è indice di narcisismo puro.
Sono sinceramente affetta da un
recuperato amore per me stessa che mi conduce, finalmente, verso il centro.
Non
voglio perdere i pezzi di questa donna che si ricostruisce dopo il disastro.
Ora che sono padrona dei miei pensieri,
è necessario che io li fissi: loro sono la mia direzione verso una meta ancora
nebulosa ma presente.
Questo
è un blog contro l’ inconcludenza e a
servizio della rinascita. Questo è il blog di chi si era perduto e ora si è
ritrovato, di chi era appendice ed ora è in lotta per diventare protagonista.
Il blog di chi avanza perché ha cessato di arretrare dietro all’altro, di chi
veleggia verso le incognite, seppur privo di una rotta perfettamente impostata, ma sospinto da
un vento leggero e costante. Qui si ritrovano coloro che sentono, dopo tempo
immemorabile, il desiderio e il coraggio
di progettare. Progetto
è costruzione, è tendere le mani verso il cielo e dare forma ai sogni.
Progettare odora di solidità e fatica, di calore e casa. Progettare fa ancora
paura ma non così tanto da rinunciare.
Voglio andare al centro
senza tralasciare nulla. Sono sulle tracce di una vita in risveglio, di una
pancia gravida di bellezza al limite della deflagrazione. Meravigliosamente
infinite sono le cose da dire, da fare e
da donare.
Il foglio è bianco, l’ordito è pronto: i fili
iniziano a conversare tra loro e le parole non smettono di fluire.
Alla
fine il mio abito sarà pronto ed io mi vestirò dei fili di colori che
pazientemente avvicino, allontano, intreccio e tendo. E sarò pronta, come in
quel sogno.
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