domenica 16 marzo 2014

FILI

L’altra sera ho visto un film d’amore, Penelope.

Quella stessa sera, ho fatto un sogno.

Apparentemente il film e il mio sogno non hanno nulla in comune ma io li sento legati da quel filo sottile e resistente che sottende ad ogni cosa, quello che unisce le persone , gli eventi, le storie di tutti noi.

Tu ne sai molto più di me sull'argomento fili. Sei la dea della tessitura e dell’incrocio colorato e annodato ma stasera voglio darti un piccolo aiuto, se me lo concedi.

Ascolta.

Nel mio sogno guidavo un’auto che saliva su nel cielo blu. Seguivo una strada i cui contorni ogni tanto sparivano e poi ritornavano netti ma ciò che conta era la salita solitaria verso l’alto. Leggo in questa imagine una volontà forte di guardare avanti e in questa salita una cessata smania di controllare lo specchietto retrovisore del passato.

Quello che è stato è stato Penelope! Inutile guardarsi indietro.

Al termine del mio tragitto approdo in una enorme piazza circolare, colma di persone brulicanti e a tinte forti: in lontananza, una serie di facciate di case colorate con colori pastello, l’uno diverso dall’altro, si apre davanti a me destando la mia meraviglia. Man mano che procedo verso le facciate, una spessa nebbia s’infittisce intorno a me velando i bei colori di quanto mi circonda. Ho la mia mano destra che stringe la mia borsa, nuova e trendy, che tengo sportivamente appoggiata sulla spalla destra quando, ad un certo punto, una figura maschile alla mia sinistra mi intima di stare attenta. Una motoretta guidata da due ragazzini si sta dirigendo verso di me con l’intenzione di strapparmi la borsa di mano. “Attenta alla borsa!”, urla lui. Li vedo arrivare, rafforzo la presa e loro non riescono nell'intento.

Solo se mi sento confusa e in balia degli eventi che annebbiano il mio sentire e la mia consapevolezza rischio di perdere ciò che ho di più prezioso e bello: l’entusiasmo, la bellezza, la fiducia nella vita e la forza.

Esattamente come il protagonista del film, Penelope. Ed ecco che annodo il primo filo bianco e annebbiato.

Avresti dovuto vederlo quest’uomo solo, affranto dalla fine del suo matrimonio d’amore, incapace di accettare questa triste realtà e offuscato dall'apatia, dalla tristezza e quella terribile la sensazione di vuoto che avrai provato anche tu, sorella, almeno una volta nella vita. Un uomo nella nebbia della solitudine. Anche lui.

E’ giunto il momento di annodare il secondo filo. Quello rosso. Il filo della forza.

Nel sogno la forza mi viene da dentro: percepisco chiaramente la presa vigorosa della mia mano e il muscolo del mio braccio che impediscono alla borsa di volare via assieme a quei due ladruncoli. La mia è una forza che mi viene intimata ma che possiedo dentro, come un riflesso immediato. Io so da dove viene Penelope, lo sai anche tu. Per esperienza comune, il cammino per raggiungerla è stato arduo e colmo di scivoloni.

Nel film il nostro uomo usa invece la forza dell’amore per tornare ai suoi colori e uscire dalla foschia cieca dell’apatia. S’innamora della voce suadente e roca di un sistema operativo: un amore impossibile il suo, perché non concretamente vivibile, eppure con tutti i connotati e le tappe dell’amore vero, compreso l'abbandono. Lui ritrova la forza di  riaprirsi alla vita reale solo dopo aver sperimentato nuovamente un sentimento totalizzante e puro mentre nel mio sogno, solo dopo aver sventato il furto, la nebbia si dissolve, tornano i colori della scena iniziale ed io riparto per il mio viaggio intimamente contenta e fiera di me stessa.

I parallelismi nelle storie sono infiniti e debordanti come lo sono i confini delle esperienze. Tutti viviamo e sperimentiamo cose e sentimenti in mille modi differenti annodando e snodando continuamente i fili della realtà e della fantasia.

Il mondo tangibile e quello inconscio si toccano, si contaminano e creano continuità e vincoli ineluttabili tra gli esseri viventi.

Un’immagine che ci colpisce può essere la rappresentazione onirica di chi l’ha dipinta o scattata così come una parola che ripetiamo incessantemente può rappresentare una forte spinta decisionale per chi ci ascolta casualmente o, ancora, un’idea prende forma solo in seguito a certi incontri a cui ci si apre con amore.

Vita, sogno, arte, realtà, inconscio, amore. Questi sono i fili. Infinite le sfumature dei colori.


Usali con maestria e con gusto, mia dea.


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