giovedì 6 febbraio 2014

IL BUCO

I momenti di impasse, proprio per definizione, sono difficili da superare. Andare oltre, imparare a guardare al di là del momento contingente, leggere nelle pieghe della vita e scoprire che un senso c’è. E’scritto. E’lì.

Sono a corto di energie. Davvero.

L’unico modo per andare oltre è uscire da me stessa. Mettere il naso fuori e rendermi conto che non sono nulla rispetto al mondo: il mio dolore, il mio vuoto e senso di abbandono che non guariscono sono comuni a tanti. E allora cerco un buon motivo per voltarla davvero questa pagina. Lo cerco tra il dentro e il fuori, in quel punto di confine tra l’essere e l’apparire, tra il sentire e il sognare, tra la vita e quello stato di veglia assopita, tra il dire e il fare, tra la pigrizia e l’attivismo, tra il voler vivere e il soccombere.

Voglio un punto a metà per ripartire un’altra volta. Da me con me e senza di me.

Riparto da ora. 

Mia figlia è appena uscita da scuola e mi mostra, fiera, il buco di un dente che le è appena caduto. Non vedeva l’ora che accadesse; la fa sentire grande, in crescita, in evoluzione. Traballava da qualche mese e oggi, durante l’ultima lezione, si è staccato definitivamente. Lei è felice per questo ed è riuscita anche a dirmi che, con questo sole, quella di oggi è davvero “una bellissima pomeriggiata”.

Ecco riparto da qui.

Da questa gioia per le cose semplici, dal suo sorriso contagioso e dall'energia positiva che emana. I pensieri negativi hanno il potere di arrotolarsi su se stessi e chiuderti in una morsa che toglie il respiro. Chiedo alla vitalità di mia figlia di fare contatto e trasformare tutto il brutto in luce, in gioia, in frenesia inarrestabile di vita.

I figli sono la fonte del vero amore che si dona senza volere nulla in cambio.

E allora riparto da un buco, quello della mia piccola combacia con quello del mio cuore, da una mancanza che ora conosco bene. Affrontare questa apertura con gli strumenti che oggi ho a disposizione significa superare la voragine di ieri. Una fessura profonda può rappresentare una serratura per aprire nuove porte. Andare avanti, progredire, trovare strade alternative è il mio compito senza dimenticare quello più importante.

Amare i miei bambini ed impegnarmi nel farli crescere. Non posso distogliermi da ciò.

Penelope, almeno tu, resta qui.




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