Amo vivere la vita dipingendola
con le parole. Le uso incessantemente, cerco di farlo al meglio, quando parlo, scrivo
ma anche quando ascolto. Per me le parole contano, hanno un peso, un valore:
sono un filo rosso che cuce il dentro con il fuori, un’intermittenza
fluorescente tra anima e corpo, un biglietto da visita del nostro spirito a cui
non è possibile sottrarsi.
Termine, vocabolo, lemma o, più
semplicemente, PAROLA.
Mi piace pensare che ci vengano
regalate in ogni istante della giornata per dare luce ai nostri gesti, agli
sguardi, ai repentini cambi di umore, alla rabbia, alla gioia, alle
intemperanze dello spirito. La vita ha bisogno di parole per essere compresa e
assaporata oltre che di silenzio e buio
per essere accettata: esse accendono una luce là dove si fatica a trovare un
senso. Le parole, scritte, cantate, ascoltate, lette, recitate o taciute
bussano alla porta della nostra consapevolezza quando siamo pronti ad
accoglierle.
Prima di quel momento, esse ci rimbalzano dentro o scivolano addosso
come fossero semplice aria messa a disposizione per essere respirata.
Giochiamo con le parole, Penelope, al Cervello
impazzito. Non pensare: dillo e basta!
La parola è: FILO!
Conduttore, filo di
speranza, filo colorato, giallo,sciolto, nodo, treccia, bruciato, sciolto,
spezzato, unione, cucito, bocca cucita,legata, salame, corda, eros, rosso,
amore mio…
Ancora.
La parola è: CHIAVE!
Porta, lucchetto,
apri, spalanca, entra, calpesta, legno, pesante, spalla, colpi, paura, segreto,
respiro, luce, finalmente..
E’ un gioco Penelope, in cui si
lascia la mente libera di vagare associando parole e immagini in modo immediato e non premeditato. Una
parola e ti prendi qualche secondo di tempo per abbinarla ad altre oppure a
suoni e immagini da lei evocate: fai
presto Penelope, non permettere al ragionamento e al pensiero razionale di
subentrare in questo gioco in cui celerità e
spontaneità sono i vincitori indiscussi.
Ho sempre adorato questa tecnica di libera espressione che ti allena a dire no
alle censure della mente imposte dalla buona educazione, dal formalismo
imperante e da tutto ciò che è vincolo e imposizione esterna. La mente, così come
il corpo e il cuore, necessita di libertà di funzionamento per potersi
ossigenare in modo naturale. Nulla in noi è stato creato per restare ingabbiato
a lungo, tantomeno il nostro cervello.
Procedere per libere associazioni
non svincola solo la mente ma anche lo spirito, rendendolo più leggero e
incline alla sua vera natura. La vita stessa procede per associazioni “più o
meno libere” di fatti, persone e occasioni dando vita a coincidenze stravaganti
e talvolta improbabili che lasciano il segno e che toccano le corde dell’anima.
Se desideriamo coglierli, i segnali che la vita ci sottopone sono spesso
inequivocabili.
Dal momento in cui ho aperto gli
occhi su queste evidenze, la mia vita appare piena, sensata e costellata da concomitanze
che sanno di miracoloso e da cui traggo immensi benefici. Basta un sogno, un
incontro, la vista di una scena particolare per strada, il racconto di un
figlio o un semplice ritardo a squarciare un cielo cupo e colmo di nubi
indefinite.
Domenica sera. Una Torino piovosa
ormai da troppe ore. Un caro amico con me e la decisione di andare al cinema
per guardare un film insieme. Come spesso accade a noi moderni, Penelope,
arriviamo in ritardo per il film scelto e dobbiamo ripiegare su un altro. Il
titolo ci sembra carino: ha a che vedere con la felicità ma non ne sappiamo
molto. Ci fidiamo di un istinto comune e
decidiamo di farci trasportare in quel mondo di “felicità” o “happiness” per
restare fedeli al titolo.
Ecco Penelope, domenica è accaduto di nuovo: non
poteva che capitare a me e lui, così naturalmente predisposti alla ricerca di
un senso, e non poteva verificarsi se non in questo momento delle nostre vite
in cui il vento ricomincia a soffiare, per entrambe, verso nuove direzioni. La visione di un
lungometraggio che affronta il tema del tema della verità e trova la risposta
nella conduzione di una vita semplice, fatta di condivisione e spiritualità ha
comunicato empaticamente alle nostre vite indicandoci nuove direzioni possibili.
Si è parlato di karma, come ho
già fatto altre volte tra queste righe, come di un cerchio da concludere o un disegno
da terminare in questa o più vite. Oggi, alla luce di tante esperienze e
letture, sono sempre più convinta che siamo NOI i soli artefici della strada su
cui poggiamo i passi, presenti e futuri, con cui chiuderemo questo cerchio. I nostri pensieri sono fondamentali nel
processo di costruzione del possibile perché diventano azione e le azioni
s’incanalano nei meandri sotterranei dell’invisibile e dello spirituale creando
gli effetti qualitativi del nostro
vivere.
L’universo, amica mia, mette ogni cosa a nostra disposizione, ne sono
certa, e sta a noi scegliere ciò che ci fa stare bene e ci fa progredire nella
direzione auspicata. Non penso ci siano vie giuste o sbagliate ma solo aderenti
o meno al nostro sentire. Questa è la sola via.
Domenica, all'uscita dal cinema,
gli occhi del mio amico erano lucidi e il silenzio è stato per qualche minuto
il degno compagno di una riflessione che entrambe abbiamo interiorizzato autonomamente
e poi condiviso in semplicità. La vita chiama, apre le vie, mostra le
direzioni, induce al coraggio del cambiamento ma, per riuscire ad avere la vita
che ci sentiamo dentro, è necessario essere aperti non solo alle esperienze
tangibili ma soprattutto a quelle spirituali ed interiori.
Sono giorni strani questi, colmi
della parola libertà che riecheggia sotto mille forme. Allora Penelope, sei
pronta?
La parola è: LIBERTA’!
Volo, gabbiano,uccelli, ali, aria, mare,giri, onde, viaggi,scelta,
vita, rischio, andare via, sparire, dire no, amare, tradire, giocare, uscire,
entrare, capelli al vento, paura, scelta, difficile..
Partiamo da qui.
Usiamo le parole Penelope, giochiamo
con esse per sperimentare una libertà possibile, tutta da costruire, tutta
nelle nostre mani.
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