sabato 6 settembre 2014

ARRABBIATI, TI PREGO!

Non ti sei mai arrabbiata Penelope?

Parlo della rabbia vera, quella che pernotta sempre lì, in sordina tra una giornata e l’altra, e ci attende al varco; quel boato che scoppia improvviso ma originato da una miccia che, da  tempo immemorabile, brucia, brucia e ancora brucia.

Sei soave e lieve a prima  vista, regina del mare.

Hai un andamento fiero, la voce pacata e lo sguardo sicuro ma   l’osservazione minuziosa del tuo volto e dei tuoi gesti o l’acuirsi inaspettato del tono della tua voce ti tradiscono molto più di quanto tu possa immaginare.

Voglio vederti Penelope!

Voglio spogliarti dalla tua compostezza e urlo con tutto il fiato che ho:

“Esci fuori per ciò che veramente sei! Mostrati, apriti senza vergogna, smettila di rinsecchirti dietro ai soliti schemi, imbruttisciti, vomita il tuo senso di abbandono, piangi tutte le tue onde, fai sanguinare le tue ferite e  soprattutto smetti di essere buona e ragionevole!”

La lettura del mistico contemporaneo che più mi attrae in questo momento, il grande Osho, mi conduce a riflettere sul fatto che ogni tipo di rabbia da noi provata ha le sue radici nel passato “la ferita deve essere da qualche parte nei tuoi ricordi”, dice lui, escludendo che possa radicarsi  nel futuro che ancora non c’è e tanto meno nel presente, prerogativa di pochissimi illuminati.

Ed è proprio così. La ferita è lì, da qualche parte all’interno del film che ognuno di noi ha già vissuto ma mai “visto” davvero. In altre parole, se oggi provo rabbia significa che l’ho seminata in qualche angolo del mio giardino, in un passato più o meno remoto: basta andare a cercare il luogo esatto in modo cosciente e consapevole.

Se fai questo Penelope sai qual è il miracolo che avviene?

GUARISCI!!

Stanare consapevolmente qualcosa che è sempre stato sotterrato inconsapevolmente in un antro del tuo giardino provoca la guarigione dalla rabbia e dal dolore che l’ha generata. L’hai piantato lì quel seme ma non sai come, quando e soprattutto non ricordi esattamente dove. Il solo gesto di dissotterramento di quel seme e la sua cruda osservazione ti permette di guarire una ferita trasformandola da dolente e sanguinolenta in un indiscusso punto di forza. Paradossalmente, l’omone dalla barba bianca insegna a te, a me a tutti noi che portando alla consapevolezza azioni del passato agite inconsapevolmente, la rabbia e il dolore si dissolvono naturalmente.

Il male sparisce ed al suo posto sopraggiunge un’energia prorompente che si chiama forza!

A questo punto, penso io, il miracolo potrebbe essere totale: se retrocedo nel passato, risolvendo ogni inconsapevolezza, posso liberarmi da quest’ultimo una volta per tutte. Il passato, ridondante di ingombri spiacevoli, scompare per lasciare spazio al presente.

Penelope hai chiuso con il tuo passato una volta per tutte? Hai guardato ad ogni ferita del tempo andato, senza giudizio alcuno?

Le verità, soprattutto le più scomode, non vanno messe al buio ma , al contrario, se fatte risplendere sotto la luce del sole, senza vergogna e soprattutto senza giudizio,  donano pace concreta.

Dovremmo diventare semplici ed asettici osservatori di noi stessi lasciando che le cose siano e poi scorrano via ma, da buoni osservatori, non dobbiamo perderci nulla e non dobbiamo incorrere nella tentazione dell’occultamento.

Il concetto di consapevolezza è sempre lo stesso ma questa volta ha il sapore speciale di un miracolo, una forza naturale, un ordine universale che ha questo preciso funzionamento: stano una verità dolorosa del passato, la osservo con compassione, senza giudicarla ed essa “evapora”, scompare, sgombrando il campo al presente.

Ho sperimentato l’impossibilità di vivere il presente perché vittima e preda del passato e ho riscontrato la stessa realtà in molte persone accanto a me, persino in chi ho amato. Il passato irrisolto ostacola ogni progettualità e pertanto va rivissuto, in ogni sua parte, per essere sapientemente visto e superato. Chi è in grado di farcela è pronto per vivere quel famoso qui e ora prerogativa di pochi illuminati. Voglio fare parte di quel gruppo Penelope!

Ho visto tristezza e rassegnazione negli occhi di coloro che non cercano mai nulla,  nel passato o  nel presente, e rimangono legati alla sedia ricevuta in regalo da piccoli senza mai apportare alcun cambiamento alla loro vita. Vedo donne e uomini arrabbiati, annoiati e ciechi: cercate il seme della rabbia e del dolore nel vostro giardino e avrete in cambio presente e futuro!

Veniamo a te.

Torna consapevolmente a quel momento. Lui sceglie l’altrove a te. Un abbandono in piena regola.
Guardati da fuori. Osserva la scena senza giudicarti. Hai detto "si, attendo" ma volevi urlare "no, non ci sto, non si abbandona un amore sul più bello".

Ma hai detto si. Lui è andato e tu sei rimasta in attesa. Che rabbia!!

Non posso credere che ora sia tutto a posto tra voi ma soprattutto dentro te. Ditti la verità Penelope, non avere paura di perdere e rimanere sola. Lo sei già.

Sii sincera. Hai sprecato vent’anni nell’attesa senza la certezza di un ritorno. Le tue grazie saranno seccate nel frattempo, sarai invecchiata lasciando dietro di te la freschezza della tua giovane età scaldata da un semplice ricordo. Come fai a non provare rancore? Hai mai avuto un presente o un futuro che non fosse ritagliato sull'incerta  possibilità di una ricomparsa?

Se non sputi il tuo veleno e non mostri chi sei veramente, non posso tenerti accanto a me come amica e sorella. 

M’infastidisci Penelope. 

Mostrami chi sei veramente, sono aperta a tutto e tutti tranne a chi non si svela con verità.

Arrabbiati, ti prego!





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